L’appuntamento

L’ APPUNTAMENTO

 

 

Dal titolo sicuramente non  trapela nulla di venatorio, nè tantomeno il mix di emozioni e cultura venatoria che si nasconde dietro a questa esperienza.

La caccia al camoscio, soprattutto nel periodo del brunft dei maschi , è sempre immaginata, raccontata ed esaltata con  racconti di cacciate in mezzo a metri di neve, con tiri che sfiorano distanze dove il telemetro fatica a misurare.

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La conoscenza della specie a cui diamo la caccia fa la differenza tra cacciatore e cacciatore. Non solo per quanto riguarda il successo della cacciata, è ovvio che se si conoscono le abitudini di una determinata specie siamo in vantaggio rispetto ad improvvisarci esperti di caccia. Ma se oltre alle abitudini standard si arriva a capire il comportamento di quell’animale , proprio e solo di quello, siamo arrivati ad un livello superiore.

La giornata non era delle migliori a livello meteo, nuvoloni facevano da cornice tra i monti delle prealpi Orobiche e l’umidità era veramente alta, a prova di allenamento.

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Era la giornata giusta però e come ogni anno, il vecchio becco prima e durante il periodo degli amori dà qualche tempo  si isolava, sicuro di aver compiuto il proprio dovere riproduttivo in tutti  gli anni precedenti, per lui era giunto il momento di lasciare spazio ai giovani becchi, con quel fare imperioso tipico degli animali nel pieno della loro vita.

E’ qua che si mette in gioco il cacciatore di camosci, anche “solo” nei panni dell’accompagnatore. Cerca e trova quell’angolino , dove il vecchio becco cerca erba ed essenze che gli permettono di passare tranquillo e con serenità la stagione più critica per gli animali… l’inverno.

La salita si era rilevata più facile del previsto, i consigli spesi durante le prime uscite in montagna sull’uso del bastone, della regolarizzazione del respiro e delle vasche in piscina del “prima” caccia, avevano allenato polpacci e spalle e passo dopo passo il prato dell’appuntamento era vicino.

La prima occhiata con il binocolo è sempre la più carica di aspettative, si cerca sempre di anticipare le idee e i sogni che abbiamo sempre desiderato, ma come in ogni avventura che si rispetti, il sogno è sempre diverso dalla realtà.

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Ecco un altro aspetto importante della caccia al camoscio… la collaborazione della squadra.

Ora si fa sul serio, le possibilità di incontro del vecchio maschio si riducono, mancano solo pochi metri al rifugio scelto come casa dall’animale; e si fa una scelta. E’ importante avvicinarsi nel modo più silenzioso e accurato, quasi come se fosse un agguato di un felino… silenzio e attenzione sono le parole chiave.

La scelta di chi si avvicina, di chi deve concludere l’intensa cacciata è vissuta con amicizia e rispetto, senza parole di troppo e con la consapevolezza che è la cosa giusta.

E’ difficile pensare ad una complicità cosi intensa nel mondo reale, dove tutti sono contro tutti, ma a caccia, a caccia con la tua squadra questo avviene, e quando succede si rinnova la stima e il rispetto reciproco tra i cacciatori.

Il vecchio maschio non si aspettava quella strana coppia che ha indovinato e scovato il suo nascondiglio, cosi vicino  poi… solo qualche decina di metri, sembrava sorpreso dell’appuntamento… meno il cacciatore, che solo nel tempo dell’avvistamento aveva già esploso il colpo fatale.

 

Tutto era andato per il verso giusto, ad occhi invidiosi e non esperti tutto può chiamarsi questa cacciata, anche solo fortuna… ma solo il mix di tutti i fattori raccontati prima, come la conoscenza del territorio, della etologia dell’animale, della tecnica di caccia e dell’amicizia, valore assoluto in montagna e nella vita possono riassumere… l’appuntamento.

 

 

SC Servizi Caccia Diritti Riservati

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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