LA RICARICA DELLA CARTUCCIA PER USO VENATORIO: GLI ATTREZZI
Con la ricarica abbiamo la possibilità di ricaricare da soli le cartucce per la nostra attività venatoria, sia per far fronte alla mancanza di approvvigionamento di colpi commerciali quando siamo in poSsesso di un calibro poco diffuso o con poche scelte di peso di palla, sia per avere sempre a disposizione un determinato tipo di lotto/combinazione polvere palla, o più semplicemente perché siamo appassionati dell’hand made (creare qualcosa da soli), che ci dà una soddisfazione personale che poi farà anche la differenza a livello venatorio.
Innanzitutto si deve partire fugando qualsiasi dubbio sulla capacità manuale e intellettuale della ricarica. Chiunque abbia un po’ di passione e un minimo di capacità manuale, che sappia misurare con un calibro, abbia accortezza nei movimenti, oltre che essere meticoloso e preciso, si può dire pronto a questa avventura.
Per prima cosa occorre valutare dove si appronterà il discorso “ricarica”.
Un piccolo studio un po’ isolato, o con la possibilità di chiuderlo, una stanza tutta nostra o una parete di stanza in condivisione con altri membri della famiglia fanno al caso nostro. È importante però l’ordine, e la garanzia che alcuni materiali utilizzati nella ricarica abbiano un posto dove essere riposti con cura, anche sotto chiave, come la polvere, non vadano persi o maneggiati da altre persone.
Una volta che abbiamo definito il luogo, dobbiamo pensare al come ricaricare.
Per la ricarica casalinga delle nostre cartucce (metalliche, center fire, a palla) abbiamo bisogno di una serie di strumentazioni fisse, se così possiamo chiamarle, come la “pressa”, il “dosatore”, una “bilancia di precisione”, i “dies”, per disinnescare i bossoli sparati e ricalibrarli, un “Case trimmer”, che non è altro che un tornietto specifico, un “tumbler”, uno strumento per la pulizia dei bossoli, un “deburring tools”, che serve per la svasatura del bordo del colletto per facilitare l’innesco della palla, uno spazzolino specifico per la pulizia della sede dell’innesco, un “Prymer tray”, un innescatore manuale che serve per inserire gli inneschi nei bossoli, e materiale di “consumo”, se così possiamo definirlo, come la polvere da sparo, le ogive e gli inneschi.
Per quanto riguarda la legislazione, per la detenzione e la compravendita di questi accessori, polvere in primis, faremo un articolo dettagliato in seguito; riassumiamo dicendo che i kg detenibili da una normale persona in possesso di Porto d’armi sono 5, comprendendo nel peso massimo di cui è consentita la detenzione casalinga comprende anche la polvere contenuta nelle cartucce cariche che abbiamo già in casa.
Non ci sono invece restrizioni per quanto riguarda l’acquisto degli inneschi, delle palle e dei bossoli.
Parliamo ora delle strumentazioni fisse.
Qualche parola in più va certamente spesa per la pressa. La pressa, sicuramente monostazione (non abbiamo necessità di produrre in gran quantità e velocemente le nostre cartucce) è una attrezzatura chiave per il ricaricatore. Il suo movimento permette di sforzare il bossolo, per renderlo idoneo al suo successivo uso, quindi oltre ad essere ben fissa sul tavolo da ricarica deve essere sufficientemente robusta per i nostri scopi. In commercio esistono diverse tipologie di presse, commerciali o custom, per qualunque tipologia di calibro disponiamo e vogliamo ricaricare.
Oltre alla pressa, di veramente importante come strumentazione fissa sul banco da lavoro non mancherebbe più nulla. Tutte le altre attrezzature servono ovviamente per ottimizzare il lavoro e renderlo più preciso e costante possibile.
Un buon “innescatore”, manuale o da banco, permette di innescare i bossoli, ormai privi del fulminante precedente e puliti a dovere, e renderli così pronti al fuoco. La quantità di innneschi che riusciamo a caricare nell’apposito spazio non è cosi importante, da valutare è la costanza di rendimento e di posizionamento del nostro innesco nella sede opportuna, che dipende dalla costanza della pressione che eserciteremo; una destrezza che acquisiremo con l’esperienza. In alcuni prodotti avanzati, gli innescatori hanno una regolazione che permette di scegliere quanto il nostro innesco sia inserito all’interno della sua sede. Maggiore è la precisione delle nostre armi, più accurato dovrà essere l’inserimento dell’innesco, affinché non sporga dal piano della base della cartuccia, disturbando così la chiusura della carabina.
Per iniziare si può optare per un prodotto costruttivamente sicuro e semplice da usare, l’esperienza in seguito ci consiglierà se affrontare delle spese su questo oggetto o deviarle verso altri accessori.
Il “dosatore” è quell’attrezzo che ci permette di ottenere per ogni pesata la medesima quantità di polvere da inserire nella cartuccia. Come per le presse in commercio, se ne trovano di tutte le qualità, da spendere pochi euro, magari con centellinatori non micrometrici fino a quelli con cuscinetti a sfera per limitare l’attrito tra le parti. Rimanendo sempre con il buonsenso di pesare comunque ogni carica di polvere, prendendo un detto latino, la virtù sta nel mezzo: un buon dosatore di una marca commerciale specifica per la ricarica, o manuale, ci farà dimenticare i problemi per anni e anni, limitando il nostro intervento al controllo della precisione del peso con la bilancina micrometrica di ogni ricarica.
I “Dies” meritano un discorso a sé. Essi hanno la funzione di “ricalibrare” il bossolo già sparato riportandolo alle dimensioni corrette e specifiche del calibro in oggetto, garantendo la costanza della ricalibratura di ogni bossolo. Per semplificare possiamo dire che sono specifici per ogni calibro, ed esistono diversi modelli con funzioni diverse. Uno è il “Full lenght”, che, come dice la parola stessa, esegue la ricalibratura di tutto il bossolo mentre espelle l’innesco già sparato, c’è poi il “Neck size”, che ricalibra solamente il colletto del bossolo, il “Seater”, che esegue l’inserimento della palla nel modo corretto e coassiale, e il “Crimp dies”, per effettuare la crimpatura del colletto del bossolo sul segmento appropriato della nostra palla, funzione che non è espressamente richiesta per le ricariche da caccia, se non in casi molto particolari. La funzione della ricalibratura dei bossoli richiede inoltre la rideterminazione della lunghezza totale del bossolo, che dopo lo sparo potrebbe aver subito degli stress e un allungamento del colletto. Lavoro che richiede di intervenire con uno specifico “Trimmer”, un tornietto che fa parte della dotazione di ogni ricaricatore, utilizzabile per i diversi calibri, e ci permette, con un piccolo intervento, una volta che lo abbiamo fissato alla lunghezza richiesta, di riportare ogni bossolo alla lunghezza specifica , avendoli così, a questo punto, tutti uguali tra loro.
La “bilancia di precisione” ci permette di pesare e valutare correttamente quanta polvere inseriamo nel bossolo. Ne esistono di 2 tipi, manuali o elettroniche. L’uso di una tipologia o l’altra dipende da scelte personali, da comodità o da esperienze precedenti. La qualità in questi strumenti è valutata molto sul costo commerciale del prodotto. Non lesinate la spesa su un attrezzo che vi permetterà, insieme alla pressa ed ai dies, di ottenere pesate e quantità di polvere sempre precise, azzerando possibili errori.
Meno errori riusciamo a fare, o meglio, fare una costante di micro errori sempre uguali ci permetterà di ottenere ottimi prodotti sia a livello sperimentale (rosate in poligono), sia a livello venatorio (abbattimenti precisi e fulminei senza rovinare la spoglia).
I materiali di “consumo”, come la polvere da sparo, le palle e gli inneschi sono un po’ quello che si considera il cuore della ricarica. La scelta di una tipologia di polvere o un’altra (più o meno progressiva), la scelta del peso di palla corretto o che meglio ci aggrada per ogni specifico animale che vogliamo cacciare, e infine l’utilizzo di un innesco normale o magnum , fanno la differenza su una cartuccia ricaricata o l’altra, ma ne parleremo più dettagliatamente più avanti.
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