Angolo di sito: quando la “figuraccia” è in agguato
Angolo di sito… sentito forse per la prima volta ai corsi per l’abilitazione dei Selecontrollori, trattato con superficialità, spesso con formule che neanche un fisico capirebbe e accantonato perché intanto… “a voi cacciatori che non andate a camosci vi serve a poco”.
Questo è il trattamento riservato all’angolo di sito nei corsi per la caccia.. ma poi? Se a caccia di camosci ci andate davvero?? Come facciamo a sfruttarlo e sentirci pronti per un tiro davvero molto angolato??
Innanzitutto capiamo cos’è l’angolo di sito.
Non è altro che l’angolo che si forma tra la linea immaginaria (una parabola a dire il vero) del percorso del nostro proiettile e il bersaglio che vogliamo colpire. Una cosa è certa, le occasioni in cui spareremo con angolo di sito molto accentuato si verificano spesso in montagna, soprattutto nella caccia al camoscio.
L’angolo di sito può avere incidenza positiva e negativa (se tiriamo dall’alto verso il basso o viceversa), ma il risultato non cambia.
Il nostro colpo colpirà sempre più in alto dal punto mirato (la foto illustra con chiarezza la dinamica del tiro).
In poche parole l’angolo di sito, al variare dei gradi, avvicina in modo più o meno evidente il bersaglio a noi.
Nella caccia in montagna, dove avremo più possibilità di fare dei tiri con molta angolazione, sarà utile memorizzare o portarsi a portata di mano una tabella, che ci indicherà il variare della distanza al variare dei gradi dell’angolo di sito dove si trova il nostro camoscio.
Il problema principale sarà capire a quanti gradi è rispetto a noi il nostro bersaglio.
In commercio, per facilitarci in questo compito esistono diverse soluzioni più o meno alla portata delle tasche di tutti.
Abbiamo infatti la possibilità di acquistare un telementro con incorporato al suo interno un sistema che ci indica i gradi di differenza tra noi e l’oggetto misurato. Che questo dato poi venga elaborato e ci indichi la distanza reale sul dispaly è un vantaggio non da poco.
Un’altra possibilità è quella di associare un telemetro (o in questo caso un bino-telemetro) ad una ottica con torretta balistica già impostata.
Ero un filo dubbioso in questa situazione, e appena ho avuto l’occasione (grazie ad un mio cliente “tecnologico”) ho provato il sistema sul campo.
Una volta tarata l’arma ad una distanza prestabilita, 100 metri in questo caso) e una volta impostato i parametri della traiettoria balistica del nostro colpo (o dati relativi alla velocità per gli appassionati ricaricatori) il gioco è fatto. Un click al nostro strumento alle varie distanze e immediatamente si ha la correzione da applicare alla nostra torretta. Precisione di un centimetro sulle varie distanze (valutando anche il possibile errore umano).
Se invece non siamo tecnologici e all’inizio della nostra avventura nella caccia a palla possiamo affidarci ad un vecchio sistema, senza utilizzare metro e goniometro, con molta pratica pensiamo all’angolo di 45°, dovremmo immaginarcelo e capire se la nostra inclinazione supera o meno quest’angolo. Un volta che capiamo questo semplice dato, eviteremo in modo grossolano degli errori di tiro.
L’angolo di sito nella caccia a palla non è da sottovalutare, soprattutto se siamo alle prime esperienze con queste tipologie di tiri. Bisognerebbe ascoltare sempre gli accompagnatori e i cacciatori della zona, che magari sulla loro pelle hanno già provato l’esperienza di veder sfumare un’ ottimo “becco” per colpa del tiro inclinato!
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