CACCIA AL CINGHIALE IN SELEZIONE: CALIBRI E PALLE ADATTE
L’alba era da poco spuntata, la fievole luce però permetteva di vedere qualche movimento nel campo. Uno sguardo attorno alla grossa bestia per verificare l’assenza di piccoli e la botta del 240 Weatherby ti fa tornare alla realtà dei fatti… il grosso solengo era per terra.
Convenevoli di rito (poi mica cosi usuali vero Laurent… ferito da cinghiale “morto”) e pensieri sul calibro, visto magari troppo “piccolo” per un suide di quelle dimensioni.
Per precisare un passaggio del regolamento regionale E.R non esiste un calibro al di sotto del quale ne è vietato l’utilizzo (sempre rispettando la legge quadro 157); tutto è dato dal buon senso del cacciatore, dal territorio in cui caccia e dalla tipologia di caccia che svolge.
Parliamo di caccia di selezione, quindi di animali generalmente poco disturbati durante il loro pasturare mattutino e serale (anche perché se sono fuori vuol dire che tutti i passaggi compito del cacciatore sono stati fatti con successo!!).
I calibri che generalmente si utilizzano sono dai 7 mm in su, con qualche eccezione per il 243 Winchester (ottimo 6 mm)e per i vari 6,5 più o meno spinti.
Cacciare il cinghiale con calibri più piccoli del 6 mm è rischioso, non tanto per la precisione intrinseca sicuramente maggiore di questi “piccolini” tanto per la poca energia resa alla nostra preda, soprattutto se colpita in parti non troppo vitali.
Sfatiamo il mito del cinghiale con 7 vite… se il colpo è piazzato all’attaccamento del collo con la spalla (ben visibile nel nostro amato suide) non ci sono millimetri di palla che tengano… l’animale cade sulla sua ombra, come è di moda dire oggi.
E’ quando non abbiamo la possibilità di effettuare questo tipo di tiro che ci vengono in aiuto i joule dei calibri più tosti.
Con i vari 7 mm in commercio i joule espressi in kgm a 100 metri si sprecano… abbiamo ad esempio con un 270 winchester con una palla da 150 grani 305 kgm; con un 270 wsm 378 kgm, con il più famoso e utilizzato 7 x 64 268 kgm (con palla da 155 grani); con un 7 mm Remington Magnum, sempre con lo stesso peso di palla abbiamo circa 388 kgm di potenza a disposizione.
Ovviamente si spera sempre in un colpo ben piazzato, ma se le caratteristiche della cacciata non lo permettono avere qualche joule in più a nostra disposizione ci può venire comodo.
Se rimaniamo con un peso di palla di 150 grani anche con la maggior parte dei calibri .30 siamo nel giusto, abbiamo con un 308 Winchester 312 kgm , con 30.06 337 kgm, per passare poi al 300 winchester magnum con i suoi 422 kgm di energia a nostra disposizione.
Salendo con il diametro della palla e ovviamente salendo anche di peso dell’ogiva stessa, i kgm aumentano; caccio tranquillamente i cinghiali con uno stupendo 375 H&H con range di kgm che variano dai 350 ai 450, più utili forse a fermare un bufalo che un paffuto cinghiale, ma il sogno della caccia africana resta sempre quando si imbraccia e si caccia con quel calibro.
Anche l’europeo 9,3 x 62 dice la sua egregiamente con i suoi 400 kgm di energia ed è un calibro molto indicato anche per i grossi suini ungheresi.
Una volta che ci siamo districati tra joule e kgm dobbiamo poi pensare a che tipologia di palla poter utilizzare per le nostre cacciate. Che senso ha avere a disposizione una quantità superlativa di energia quando la palla che dovrà svolgere lo “sporco lavoro” poi non riesce a lavorare perché troppo leggera, troppo “morbida”??
Per questa tipologia di caccia il consiglio è unico, utilizzare palle a costruzione complessa, bonded, a deformazione controllata; poiché se gestiamo la nostra energia a disposizione con palle adatte, anche il più forte e resistente dei verri cadrà a terra.
Un discorso a parte lo possono avere le palle monolitiche o atossiche.
Il peso di palla inferiore che aumenterà sicuramente il “lavoro” svolto dalla palla sull’animale, si può sfruttare anche per un altro motivo. Il cinghiale è forse l’ungulato a pelle morbida più resistente tra tutti gli ungulati europei, questa resistenza non può che far bene al “lavoro” di ogive monolitiche, che cederanno energia durante il percorso all’interno della cassa dell’animale.
Per i fatti di cronaca il mio verro è caduto sul posto, la palla Interlock della Hornady non è uscita dal possente collo, causando la rottura della colonna vertebrale.
Sicuramente se la palla attingeva la cassa toracica difficilmente la caccia si sarebbe conclusa con la spettacolarità della caduta istantanea, ma penso che con i suoi 280 kgm di energia il cinghiale non avrebbe passato una bella mattinata.
Conoscenza della propria arma e della propria munizione fanno il resto!
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