LE “PALLE” PER IL PICCOLO CERVIDE: IL CAPRIOLO
Tornando da una poco fruttuosa serata alla caccia del capriolo,in macchina, verso la prima pizzeria ancora aperta data l’ora del rientro serale, si parlava di calibri migliori per il piccolo cervide.
Più che di calibri, dove ognuno, in base alla propria esperienza ha il suo preferito al quale non rinuncerebbe mai; sarebbe utile parlare di “palle” adatte per il capriolo.
In commercio, sia per il ricaricatore, sia per l’utilizzatore del munizionamento commerciale si trova veramente di tutto.
Complice un mercato sempre in evoluzione (piccole modifiche ma sempre esistenziali per noi cacciatori), troviamo sul mercato qualsiasi tipologia di palla che noi vorremmo.
Passiamo dalle più semplici con nucleo esposto in piombo, a quelle di concezione più moderna, sempre in piombo ma con nuclei saldati fino ad arrivare alle monolitiche o lead free, in materiale diverso dal piombo.
Per poter raggruppare in poche righe, e aiutare nella scelta del cacciatore alla “palla” giusta, potremmo dividere in 4 gruppi principali le tipologie di ogive presenti sul mercato, valutarne le caratteristiche principali e collocarle nell’ambiente venatorio.
Primo gruppo: Palle a costruzione semplice
Sono palle generalmente con piombo esposto, tuttalpiù Hollow point o Ballistic Tip. E’ una palla, come ricordavo prima, dalla costruzione semplice, fa egregiamente il lavoro che le viene richiesto ma con dei “difetti” a cui il cacciatore deve essere preparato. Se la utilizzate in calibri piccoli e veloci si corre il rischio che l’ogiva, impattando a forte velocità sul bersaglio, esploda, senza cedere energia necessaria al corretto abbattimento del capo. Altro difetto potrebbe essere che come “esplodono” sul corpo del nostro animale, non appena incontrano una deviazione di traiettoria (rami, rametti, erbe) si distruggono o deviano la loro corsa fuori dal bersaglio.Sono ottime invece se vengono utilizzate con calibri sovra dimensionati per il capriolo, con pesi di palla maggiori (es: 308 Winch con palla da 168 grani, 7 x64 con palla da 160 grani, 6,5 x 55 con palla da 156 grani). In questo caso, le velocità non troppo elevate permettono una corretta cessione dell’energia, con abbattimenti fulminei.
Si possono utilizzare palle a costruzione semplice anche con calibri veloci quando le distanze di ingaggio sono sempre elevate e la traiettoria libera da ostacoli (es: Alpi). In questo caso, la velocità della nostra palla a distanze maggiori dei 200/250 metri permette la cessione corretta dell’energia (sicuramente minore rispetto ad un tiro più ravvicinato).
Secondo gruppo: palle Premium (costruzione complessa).
Fanno parte di questo gruppo tutta una serie di palle più o meno commerciali, che fanno della loro forza la tipologia di costruzione. Si cerca infatti di creare un proiettile con determinate caratteristiche (mantello saldato al nucleo, intersezioni nel piombo…) che mantenga una determinata forma, o addirittura si deformi in un determinato modo per cercare di cedere più energia possibile nel luogo adatto, cioè all’interno dell’animale.
Fanno parte di questa schiera una infinità di palle, come per esempio le SST della Hornady, le H- Mantel della RWS, le A-Frame Scirocco. Ogni casa produttrice di munizionamento ne ha in commercio almeno 2/3 tipi, in base alle esigenze del calibro e del cacciatore.
Se utilizziamo questa tipologia di palle potrebbe andar bene qualsiasi calibro; anche i più veloci. Infatti, la costruzione specifica di alcune palle ci permette di avere una cessione di energia già dopo l’impatto della palla con il nostro animale e quindi avere abbattimenti puliti e fulminei.
Ovviamente se utilizziamo calibri sovradimensionati per il nostro ungulato ricordiamoci sempre la traiettoria del nostro colpo e decidiamo di conseguenza il peso di palla idoneo. In questo caso potremmo spingerci ad utilizzare grammature più leggere per ottenere più traiettoria in calibri più grossi, come ad esempio il 308W.
Terzo gruppo: palle monolitiche (divise in 2 tipologie, a frammentazione o ad affungamento).
Le ultime novità (ultime per modo di dire, perché in Italia qualche cacciatore in avanscoperta le utilizzava già una decina di anni fa) sono le palle monolitiche , o lead- free.
Non dobbiamo confondere i due termini, anche se posso essere sinonimi; monolitiche, create da una sola lega di materiale (rame in gran parte dei casi), lead-free, termine inglese che sta ad indicare qualcosa senza tracce di piombo (le nostre ogive in questo caso).
In entrambe le tipologie di palle si possono avere 2 concetti di costruzione.
Il primo è quello della frammentazione (sviluppato per primo e poi un po’ abbandonato) e il secondo è quello dell’affungamento (che riprende al tipologia costruttiva delle palle bonded).
Se utilizziamo (o siamo costretti ad utilizzare) questa tipologia di palle per il capriolo, consiglio di usare pesi di palle al limite inferiore nel calibro che utilizziamo (es: 75/80 gr per il 243 winch, 120 gr per il 6,5 x 55, 150 grani per il 308 winch).
Questo perché le velocità alla bocca aumentano e riusciamo a far “lavorare” meglio una palla che altrimenti sul bersaglio farebbe la classica passata, senza cedere troppa energia.
Per ovviare a questo problema molti utilizzano le monolitiche a frammentazione: con queste palle, come ci indica il nome, si frantumano una volta che trovano del “duro” (il nostro capriolo in questo caso) aumentando la capacità lesiva del proiettile.
Come regola base, e se siamo dei ricaricatori dovrebbe essere legge, controllare sempre le velocità dei nostri colpi, in modo da fare la scelta giusta in ogni occasione e in ogni calibro che abbiamo.
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