Lo zaino da caccia: compagno di mille avventure
Uno dei primi accessori che il cacciatore di ungulati acquista nel pacchetto del “perfetto selecontrollore” è lo zaino da caccia.
Ci sono diversi modelli, con caratteristiche più o meno simili, con materiali sempre più tecnici e con capienze da scalate del Nangat Parbat.
Nella caccia Alpina a camosci lo zaino diventa compagno insostituibile; al quale affidiamo il successo della nostra cacciata. Trasporta infatti tutti i nostri beni di prima necessità, pesati e scelti tra i meno ingombranti e leggeri tra tutti i nostri accessori.
Per la caccia in Appennino invece ricopre un ruolo meno importante (le distanze che ci separano dal luogo della cacciata alla nostra vettura generalmente sono molto più brevi), ma comunque valido.
Gli oggetti che reputeremo importanti nella caccia ai caprioli, daini e cervi in appennino non sono certo gli stessi che utilizzeremo in alta montagna ( la vedo dura portare dei ramponi sui verdi pascoli di erba medica dell’appennino), ma avranno anche loro un valore e un posto ben preciso nel nostro zaino.
Capiamo innanzitutto cosa differenzia uno zaino da un altro.
La caccia è sempre una cornice, e più è bella meglio è. L’estetica è un fattore di scelta molto importante, ma non lasciatevi condizionare solo dalla bellezza dell’oggetto. La comodità di un buono zaino in spalla anche solo per qualche mezz’ora si ripercuoterà su tutta la nostra avventura di caccia.
La capienza (misurata in litri) è un parametro da tenere in considerazione solo se si pensa di “zainare” l’animale abbattuto. In un piccolo 30 litri, anche aprendo tutte le aperture laterali, difficilmente ci faremo posto per un bel maschio di capriolo.
“Nel grande ci sta il piccolo” dice un detto, che possiamo tranquillamente utilizzare per la scelta del nostro zaino. Faremo un piccolo sforzo e magicamente anche un 70 litri sarà ben gonfio per farci sia da appoggio per il tiro sia capiente contenitore per la nostra preda.
Per il trasporto del capo appena abbattuto esiste poi un sistema, conosciuto come “sloveno” che permette di trasportare gli animali, non prima di averli “posizionati” in un determinato modo, all’esterno del nostro zaino, o meglio tra la nostra schiena e lo zaino.
Se per l’ambiente alpino potrebbe avere un senso, trasportare in questo modo un maschio di capriolo a giugno o ad agosto in appennino ci condannerebbe sicuramente ad un attento controllo della schiena e delle braccia dalla infestazione di zecche.
Un altro punto da osservare per fare l’acquisto giusto è il materiale in cui è fatto. Sono tutti ottimi materiali, idrorepellenti, anti pioggia, anti acaro (????) ecc. ecc… ma dobbiamo considerare il rumore che fanno una volta indossati o quando urtiamo inavvertitamente ostacoli che troviamo durante il nostro avvicinamento all’animale.
Se una volta posizionati, con l’animale davanti, decidiamo di usare lo zaino come appoggio e facciamo fracasso come se stiamo scartando un pacchetto di caramelle… difficilmente la nostra avventura venatoria andrà a buon fine.
La vestibilità di un buon zaino da caccia deve essere ottima, i mille laccetti che potrebbero dare fastidio in un primo momento, permettono di regolare lo zaino in modo perfetto.
Se in appennino le ore di trasporto non sono poi molte, in alcune cacce impegnative, la possibilità di regolare spallacci, tenditori e fasce lombari ci tornerà molto utile.
Ci sono in commercio anche zaini con annesso porta carabina. Vale lo stesso discorso della portabilità! In alcuni passaggi difficili, o durante il recupero dell’animale avere le mani libere ci permette di stare in equilibrio e dosare la forza nel recupero della spoglia.
Cosa mettiamo infine nel nostro zaino??
Le attrezzature cambiano da caccia a caccia, è ovvio, ma in generale non può mancare:
-documenti: riposti in una tasca accessibile per il controllo, ma allo stesso modo impermeabile, per evitare che con un temporale si bagnino tesserino e fascette.
-coltello da caccia e accessori per l’eviscerazione: ogni cacciatore ha il suo modo e la sua tecnica per eviscerare il capo abbattuto. Coltello e seghetto taglia ossa sono gli strumenti che vanno per la maggiore. Necessari anche guanti monouso; non tengono spazio ma sono fondamentali per la nostra salute!
-cambio abito: un paio di calze e la maglietta di ricambio (magari termica) servono per evitare di rimanere bagnati per tutto il giorno dopo l’ascesa in montagna oppure uno scivolone in un fossato. Aggiungerei anche un paio di guanti, nella posta al capriolo o al camoscio, dopo qualche ora fermi il freddo comincia a farsi sentire. E avere il dito ghiacciato al momento dello sparo non è per niente conveniente.
-binocolo, spective e telemetro
-cordini e corda: per l’eventuale recupero del nostro animale e per legarci in passaggi difficili.
-ipermeabile: gli acquazzoni in montagna sono all’ordine dell’ora… quindi serve sempre un piccolo impermeabile per ripararci dall’acqua e da utilizzare se dobbiamo stenderci sul terreno bagnato.
-torcia: perfetta quella frontale, ci serve per illuminare la strada durante l’ascesa in montagna o per farci luce in quelle occasioni dove dobbiamo lavorare (vedi eviscerare il capo) al buio e con entrambe le mani libere.
Tutte queste attrezzature (ovviamente non sono tutte, ma almeno possono considerarsi l’essenziale) andranno riposte con cura nel nostro zaino; in tasche ben precise e adatte allo scopo. E’ inutile avere a portata di mano il coltello, quando abbiamo nascosto il telemetro… servirà con più urgenza quest’ultimo per individuare con precisione e velocità la distanza che ci separa dalla nostra preda.
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