La vecchia femmina di Casteghino
Durante tutta la stagione per la caccia alle beccacce, quel triangolo di orzo verde smeraldo era “vuoto”. Ogni volta che lo fiancheggiavo per raggiungere una famosa tappa per lo scolopacide mi domandavo sempre il perché dell’assenza del folletto dei boschi.
In una realtà come quella dell’ Appennino (piacentino in questo caso) dove le densità degli animali permettono una caccia di selezione “ragionata” mi ero già prefissato di prelevare i miei 2 capi invernali in quel bel posticino; ma per ora nessun capriolo.
Arriva anche il 1° gennaio, apertura dei calvi di capriolo, e le mie visite nella zona cominciano a farsi frequenti, la vecchia posta è pulita, lo stradello sgombro da foglie secche e rami, che possono disturbare la cerca.
Ed ecco anche i primi avvistamenti! Un bel gruppo di caprioli ha confermato le mie previsioni. Pascolano tranquilli nel triangolo di orzo, escono ed entrano indisturbati dalla costa boscosa che fiancheggia il campo. Sembra una situazione venatoria abbastanza semplice, classico avvicinamento ad un tiro utile (attorno ai 150- 200 metri), valutazione del capo e prelievo. Fino a quando ci provai sul serio.
Prima uscita venatoria (con amico e carabina al seguito), gennaio strano dal punto di vista meteorologico; molto secco senza precipitazioni nevose.
Lasciamo la macchina distante un chilometro circa dal punto prefissato e cominciamo a sbinocolare… eccoli! 12 caprioli, classi ed età miste che pascolano nel verde frumento.
Ci siamo penso, gustandomi già l’avventura.
Tutti i miei sogni vengono infranti dopo ben 10 minuti, un capriolo (capisco dopo che è sempre la vecchia femmina capo branco) già alla distanza dei 450 metri ci sta osservando… le sue orecchie come dei radar puntate verso di noi e i suoi occhioni (senza binocolo…) che ci fissano come punti ben distinti. Beccati!! Quattro salti e porta via il branco per intero.
Dagli sbagli si impara ed eccomi a tentare con un nuovo approccio… “taglio” la figura umana durante l’avvicinamento da una siepe e cerco di portarmi in un fossetto… li dentro riuscirò sicuramente nell’intento! Arrivo a 400 metri circa, e la femmina è sempre la che ci guarda, la prima , un po’ isolata, che decide le sorti del branco.
Niente da fare, da sotto non ci arriviamo ai caprioli, si deve studiare altro avvicinamento.
Mi ricordo una piccola strada di campagna ormai abbandonata che dovrebbe raggiungere dall’alto il triangolo di orzo… una controllata su google maps, ed ecco che il terzo giorno siamo (sempre in compagnia di un carissimo amico e accompagnatore) all’imbocco della stradina. La percorriamo a rallentatore, ed eccoci sbucare a 150 metri dal gruppo di caprioli. La femmina è li che sta brucando avidamente dei ciuffi di grano. Forse un soffio di vento, forse un movimento di troppo e la femmina si accorge di noi… la vedo già nell’ottica della carabina, reticolo sulla spalla. Troppo tardi penso, ormai è fatta, ma poi controllo il gruppo di animali. Un bel gruppo di caprioli (escludendo un forte maschio, già “segnato” per giugno) giovani; femmine sottili, piccoli e maschietti dell’anno.
Sono riusciti a sfuggire agli “agguati” dei cacciatori per le astuzie della loro capo branco. La vecchia femmina ci guardava sicura di se, gli altri brucavano… che senso aveva rovinare il gruppo?? Aveva senso togliere una vecchia femmina con tutto il “sapere” che si portava con sé??
Non me la sono sentita; con 4 balzi ha riportato tutto il suo gruppo, la sua famiglia al sicuro dentro la costa boscata e come per essere sicura, con l’ultimo abbaio si è portata anche lei all’interno del folto.
Forse per ringraziarmi del gesto (mi piace pensarla cosi) all’ uscita successiva sono riuscito a prelevare una coppia di caprioli “problem” per dirlo all’africana; che giravano in continuazione attraversando una strada trafficata.
Ogni volta che ripenso allo sguardo della vecchia femmina nel reticolo dell’ottica credo, di aver afferrato il concetto di “maturità venatoria”, la vera essenza della caccia di selezione.
A giugno , se i piani lo consentiranno cercherò il vecchio maschio… sperando di raccontarvi ancora una bella e indimenticabile avventura.
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